Livio Macchia è morto, il bassista dei Camaleonti aveva 83 anni: Facchinetti commosso
Lutto nel mondo della musica. Si è spento a 83 anni Livio Macchia, fondatore e bassista dei Camaleonti, band simbolo del beat italiano degli anni ’60 e ’70. Dopo una lunga malattia (di cui non sono stati resi noti i dettagli), il musicista si è spento a Melendugno, in provincia di Lecce, dove viveva da tempo. Solo poche settimane fa, il 30 giugno 2025, aveva calcato per l’ultima volta il palco durante il concerto celebrativo per i 60 anni di carriera del gruppo, tenutosi proprio nella sua città adottiva. E oggi fan e colleghi ne piangono la scomparsa.
Livio Macchia: chi era e i grandi successi
Nato a Melendugno (Lecce) nel 1941, Livio Macchia è stato una figura di spicco della musica italiana. Con i Camaleonti, gruppo formato a Milano, conquistò il pubblico grazie a un mix di armonie vocali e melodie raffinate. Come bassista e cantante, firmò alcuni dei brani più celebri, tra cui “L’ora dell’amore” (1967), “Applausi” (1970), “Eternità”, “Io per lei” e “Sei diventata nera”. I Camaleonti non sono stati solo un gruppo di successo, ma una presenza costante nella cultura popolare italiana per oltre cinquant’anni. Macchia è stato il pilastro del gruppo, capace di mantenere saldo lo spirito beat unito a una sensibilità melodica.
Il ricordo di Livio Macchia
A ricordarlo con grande commozione è il sindaco di Melendugno, Maurizio Cisternino: «Se ne va una stella della musica italiana e internazionale, ma soprattutto un mio caro amico, un figlio adottivo della nostra comunità che lo ha accolto e amato fino alla fine». Il primo cittadino ha voluto sottolineare il valore simbolico dell’ultimo concerto: «Negli ultimi mesi, nonostante la fragilità dovuta alla malattia, ci ha regalato ancora la sua musica, facendoci cantare tutti insieme».
Tra i primi colleghi a omaggiarlo c’è Roby Facchinetti, tastierista e voce dei Pooh: «Ho saputo della sua scomparsa e il mio cuore è subito tornato indietro nel tempo. Era un musicista vero, appassionato. Mi dispiace davvero molto. Grazie per tutto», ha scritto sui social.
Capelli ricci ribelli, baffoni a manubrio che sfidavano il tempo, un’estetica unica e inconfondibile che era diventata il suo marchio di fabbrica. Il musicista non ha mai smesso di essere se stesso, portando sul palco quell’identità musicale autentica e potente, quella stessa energia che non ha mai lasciato nemmeno davanti alla malattia, nemmeno all’età di 83 anni. Con la sua scomparsa si chiude definitivamente un capitolo fondamentale e irripetibile della storia della musica italiana, lasciando un vuoto nel cuore del grande pubblico.
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