Meloni all’attacco: “Opposizione getta fango sull’Italia all’estero. Più fondamentalisti di Hamas sulla pace”

Un fiume in piena, una replica che si trasforma in un atto d’accusa durissimo contro le opposizioni, colpevoli, secondo la Premier Giorgia Meloni, non solo di contestare il governo, ma di danneggiare l’intera nazione sui palcoscenici internazionali. In un discorso appassionato e senza sconti alla Camera dei Deputati, il Presidente del Consiglio ha toccato i nervi scoperti del dibattito politico italiano, dalla strategia europea alla politica estera, fino alle questioni economiche, difendendo a spada tratta l’operato del suo esecutivo e dipingendo un quadro a tinte fosche del comportamento dei suoi avversari.
L’Europa e la Svolta “Pragmatica”: Una Vittoria Italiana
Il primo affondo è dedicato alla politica europea, un terreno su cui la Premier si muove con crescente sicurezza. Meloni rivendica con orgoglio il cambio di passo dell’Unione Europea su temi cruciali come la transizione ecologica. “Per anni ci hanno definiti retrogradi,” ha esordito, riferendosi alle critiche mosse al suo schieramento per aver messo in guardia contro “l’elettrificazione forzata come unica opzione”. Una strategia che, a suo dire, rischiava di favorire unicamente i “competitor sistemici”, con la Cina in prima fila. “Oggi la storia ci ha dato ragione”, prosegue, sottolineando come l’Europa stia finalmente tentando di correggere i propri errori.
Il punto centrale di questa vittoria è l’apertura ai biocarburanti, una battaglia “lunga e faticosa” portata avanti dall’Italia. Questa mossa, spiega la Meloni, significa salvare i motori endotermici e, con essi, “un pezzo fondamentale della nostra industria, della nostra economia”. È un appello all’unità nazionale su un tema strategico, un invito a “spingere tutti nella stessa direzione” per il bene del Paese. La sua visione è chiara: abbandonare l’ideologia per abbracciare il pragmatismo. Non si tratta di negazionismo climatico, come accusano le opposizioni, ma di adeguare gli obiettivi alla realtà dei fatti, tenendo conto della competitività industriale e del quadro geopolitico. Chiede flessibilità, clausole di revisione e il riconoscimento degli investimenti fatti per aiutare i paesi in via di sviluppo a ridurre le emissioni. “Questa non è ideologia, si chiama pragmatismo”, ha ribadito con forza.
Politica Estera: La Linea Rossa su Ucraina e Gaza
Il fronte internazionale rimane uno dei più caldi. Sull’Ucraina, la posizione del governo è netta: “La maggioranza è compatta”. Meloni smentisce ogni accusa di “indietreggiare”, chiarendo che il rifiuto di inviare truppe italiane sul campo non significa un passo indietro nel sostegno a Kiev. Anzi, è proprio la deterrenza garantita in questi anni dall’Occidente, Italia inclusa, che ha creato le condizioni per poter parlare oggi di un negoziato di pace. “Se non avessimo aiutato l’Ucraina, oggi non ci sarebbe alcuna possibilità di aprire un tavolo di pace, perché avremmo avuto una nazione conquistata”. È la rivendicazione di una strategia che, secondo la Premier, sta iniziando a dare i suoi frutti, citando le recenti aperture del presidente Zelenskyy a un negoziato basato sul congelamento del fronte.
Ma è sul Medio Oriente che l’attacco all’opposizione si fa più tagliente. Dopo aver rivendicato l’impegno umanitario dell’Italia con l’iniziativa “Food for Gaza”, definita “più di quanto abbia fatto in Europa chiunque altro”, Meloni lancia l’affondo. Ricorda di aver chiesto in Parlamento un voto unitario per sostenere il piano di pace per Gaza, un piano poi sottoscritto “persino da Hamas”. La risposta dell’opposizione? Un netto rifiuto. Da qui, l’accusa pesantissima: “La vostra posizione è stata più fondamentalista di quella di Hamas”. Una frase destinata a infiammare il dibattito. Meloni chiarisce il significato del termine “fondamentalista”: “chi sostiene intransigentemente una dottrina senza ammettere mediazioni o compromessi”. A suo giudizio, “è esattamente quello che avete fatto”.
Economia e Sicurezza: Smascherare le Contraddizioni della Sinistra

Il discorso si sposta poi sul fronte interno, dove la Premier non risparmia critiche feroci, in particolare al Movimento 5 Stelle. Li accusa di ipocrisia, sottolineando come gli extra-profitti delle banche, che oggi vorrebbero tassare di più, siano stati generati proprio da provvedimenti come il Superbonus, una loro creatura. “Come hanno collezionato le banche quei dividendi? Grazie alle scelte del Movimento 5 Stelle”, tuona Meloni tra gli applausi della maggioranza.
Anche sul tema della sicurezza, la Premier rinfaccia all’opposizione un cambio di rotta strumentale. Ricorda l’ostruzionismo durato oltre un anno contro il decreto sicurezza del suo governo, definito all’epoca una “deriva illiberale”. “Sono contenta se adesso avete cambiato idea e ci volete aiutare a difendere la sicurezza dei cittadini”, commenta con ironia sferzante, elencando le misure del decreto: inasprimento delle pene per chi aggredisce le forze dell’ordine, per chi sfrutta i minori nell’accattonaggio, per chi truffa gli anziani e per chi occupa abusivamente le case.
Un altro punto d’orgoglio rivendicato è quello sulle pensioni minime, aumentate di 90 euro in due anni dal suo governo, a fronte dei soli 2,50 euro del governo Conte II. “Non era la sinistra che si doveva occupare dei più fragili? Che cosa è successo? Si è ribaltato il mondo”, provoca la Premier, rivendicando di aver fatto “molto, ma molto di più” per le fasce deboli.
L’Accusa più Grave: “Gettate Fango sull’Italia”
Il culmine del discorso, il momento di massima tensione emotiva, arriva però con un’accusa diretta e senza precedenti al segretario del principale partito di opposizione. Meloni denuncia le dichiarazioni fatte all’estero, secondo cui in Italia sarebbero a rischio la democrazia e la libertà. “Questo è gettare ombre sull’Italia, sulla qualità della sua democrazia, sul valore dei suoi cittadini”, afferma con voce ferma.

Secondo la Premier, non si tratta di una semplice critica al governo, ma di un atto che danneggia l’intera nazione. “In uno stato governato da pericolosi estremisti e attentatori si tende a non investire, si tende a non fare accordi commerciali”. È un tentativo, a suo dire, “di gettare fango e ombre sull’Italia che l’Italia rischia di pagare”. La domanda che pone è retorica e potente: “Voi sapete benissimo che non è vero. E se sapete che non è vero, perché lo andate a raccontare all’estero?”. La conclusione è un monito severo: “Non vi aiuterà a governare sulle macerie, invece di stare all’opposizione in una nazione che prospera”. Un messaggio che traccia una linea invalicabile tra la legittima lotta politica e quello che definisce un comportamento antipatriottico, chiudendo un intervento che non è solo una replica parlamentare, ma un vero e proprio manifesto politico.
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