Italia: “Il rating del Paese portato ad A dimostra che Meloni ha vinto la sua scommessa economica e politica”

Italia: "Il rating del Paese portato ad A dimostra che Meloni ha vinto la sua scommessa economica e politica"

FIGAROVOX/TRIBUNE –  Un’agenzia di rating ha alzato il rating del debito italiano da BBB ad A, per la prima volta in dieci anni. Per Edoardo Secchi, presidente del Club Italia-Francia, questo riflette la capacità del governo Meloni di conciliare crescita e disciplina di bilancio.

L’Italia ha vinto una scommessa economica e politica. La sua legge di bilancio 2026, ritenuta credibile e coerente dai mercati, ha garantito al Paese un inaspettato impulso al suo merito creditizio sovrano. L’agenzia di rating DBRS Morningstar (Dominion Bond Rating Service) ha alzato il rating del debito italiano da BBB (alto) ad A (basso), con outlook stabile. Presentata come una legge di bilancio di “stabilità e sostegno”, la legge di bilancio 2026, per un totale di 18,7 miliardi di euro, mira a proteggere il potere d’acquisto delle famiglie e a rafforzare la competitività del settore produttivo.

Tra le misure chiave: 2 miliardi di euro per adeguare gli stipendi al costo della vita e ridurre le tasse sui premi di produttività (dal 5% all’1%), con esenzioni per turni notturni e festivi. Per i redditi fino a 28.000 euro, sono previsti incentivi al rinnovo contrattuale. Il governo sta inoltre stanziando 3,5 miliardi di euro in tre anni per sostenere la natalità e ridurre la povertà: estendendo il congedo parentale retribuito all’80%, aumentando il bonus per le madri lavoratrici e creando un fondo di emergenza per i neonati. Sul fronte fiscale, la riduzione della seconda aliquota dell’IRPEF (Imposta sul reddito delle persone fisiche) dal 35% al ​​33% andrà a beneficio delle classi medie (redditi da 28.000 a 50.000 euro), con un costo stimato di 9 miliardi di euro in tre anni.

Per quanto riguarda le pensioni, l’età pensionabile cambierà gradualmente a partire dal 2027 in base all’aspettativa di vita, con adeguamenti per i lavori più gravosi.

Edoardo Secchi

Il ritorno del super ammortamento, con una dotazione di 4 miliardi di euro, riflette la volontà del Governo di stimolare gli investimenti e la transizione digitale delle imprese. È stata rifinanziata la “Nuova Sabatini”, misura pubblica che supporta le imprese nell’acquisto di macchinari, impianti e attrezzature attraverso agevolazioni e finanziamenti agevolati, al fine di incentivare gli investimenti e l’innovazione tecnologica, mentre sono stati rafforzati gli incentivi per le zone economiche speciali.

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La sanità riceverà 2,4 miliardi di euro aggiuntivi, portando il Fondo Sanitario Nazionale a quasi 143 miliardi di euro. Queste risorse sono destinate a migliorare gli stipendi e il reclutamento del personale medico. È previsto un aumento annuo lordo di 1.630 euro per gli infermieri e di 3.000 euro per i medici. Per quanto riguarda le pensioni, l’età pensionabile aumenterà gradualmente a partire dal 2027 in base all’aspettativa di vita, con adeguamenti per le professioni gravose. Le pensioni minime aumenteranno di 20 euro al mese.

La legge di bilancio, del valore di circa 18,7 miliardi di euro, è stata finanziata principalmente attraverso una combinazione di misure fiscali e contributi settoriali. Una parte significativa dei fondi proveniva dai contributi di banche e compagnie assicurative, insieme ad aumenti fiscali come l’aumento dell’IRAP (International Road Assessment Programme). Inoltre, sono stati ottenuti risparmi attraverso la razionalizzazione della spesa pubblica e il riadeguamento della tassazione sul lavoro dipendente, garantendo così la copertura del bilancio senza aumentare significativamente il deficit.

L’innalzamento del rating dell’Italia ad A (basso) conferma la credibilità della politica economica italiana. L’agenzia evidenzia tre punti chiave: la resilienza economica, con un PIL in crescita del +0,9% nel 2024 e dello +0,6% nel 2025, con un surplus esterno di 26 miliardi di euro; il consolidamento fiscale, con un deficit in calo dall’8% del PIL nel 2022 al 3,4% nel 2025; il debito stabilizzato al 135% del PIL; e infine, la stabilità politica, la continuità di governo e la prevedibilità delle decisioni economiche, accolte con favore dai mercati.

La vera prova sarà la crescita. Il governo Meloni punta su un sottile equilibrio tra austerità e sostegno alla domanda interna.