I ricercatori aprono la tomba perduta di Cleopatra: la scoperta sconvolge il mondo

Forscher entdecken Tunnel, der zum Grab von Kleopatra führen soll!

Di Redazione Esteri

Per oltre due millenni, il luogo di riposo di Cleopatra, l’ultima leggendaria regina d’Egitto, è rimasto il più grande enigma dell’archeologia mondiale. Imperi sono sorti e caduti, spedizioni sono partite cariche di speranza e tornate a mani vuote, e il deserto ha custodito gelosamente i suoi segreti. Fino ad oggi. Una recente e scioccante serie di scavi nei pressi di Taposiris Magna non ha solo potenzialmente risolto il mistero, ma ha portato alla luce una realtà ben più inquietante di quanto qualsiasi storico avesse mai osato ipotizzare. Quello che giace sotto le sabbie a ovest di Alessandria non è un semplice monumento funebre: è un complesso che sembra “vivo”, pulsante e protetto da meccanismi che sfidano la comprensione moderna.

Il respiro della terra: l’anomalia del Lago Mariout

Tutto è iniziato non con una mappa del tesoro, ma con dei dati sismici dimenticati. Negli anni ’70, un team sovietico registrò strane vibrazioni vicino al Lago Mariout, un fenomeno che i locali chiamavano “il luogo che respira”. Quei dati, ignorati per decenni, sono stati riscoperti grazie a nuove immagini satellitari che hanno mostrato forme geometriche perfette sepolte in profondità. Non erano formazioni naturali; era l’impronta del simbolo della vita egizio, l’Ankh.

Quando un team guidato dall’archeologa Dr. Kathleen Martinez ha iniziato a indagare, la terra ha iniziato letteralmente a muoversi. I sensori hanno registrato un impulso ritmico, una vibrazione che si ripeteva ogni 42 secondi con precisione matematica. Per gli antichi egizi, il 42 era il numero dei giudici delle anime nell’oltretomba. Coincidenza o avvertimento? Quello che inizialmente sembrava un errore strumentale si è rivelato essere un segnale proveniente dalle profondità, un “battito cardiaco” di pietra che si intensificava man mano che gli scavi procedevano.

Il Tunnel della Rinascita e l’Orrore Chimico

Seguendo il segnale, gli archeologi hanno scoperto un tunnel scavato nella roccia calcarea con una precisione ingegneristica sconcertante per l’epoca: pareti lisce come specchi, nessuna traccia di strumenti, sigillato ermeticamente. Questo passaggio, ribattezzato “Il corridoio della rinascita”, conduceva a una camera circolare dove la temperatura era inspiegabilmente più alta rispetto all’ambiente circostante.

Il momento dell’apertura della camera sigillata ha trasformato l’euforia scientifica in terrore puro. Non appena la barriera è stata infranta, un’ondata di gas tossico, una miscela di ammoniaca e resine antiche, ha investito la squadra. Non era aria viziata; era una trappola chimica rimasta attiva per duemila anni. L’ambiente interno era surreale: pareti vetrificate come se fossero state sciolte dal fuoco, costellate di lapislazzuli che formavano costellazioni sacre, e un onnipresente odore metallico.

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Il Sarcofago Nero e i Due Amanti

Al centro di questo inferno chimico troneggiava un immenso sarcofago in granito nero, sigillato con piombo e resine. Quando il coperchio è stato sollevato, non è uscito il freddo della morte, ma calore. All’interno, avvolte in lino intessuto d’oro ormai fuso con i corpi, giacevano due figure.

Le analisi preliminari e gli artefatti ritrovati non lasciano spazio a molti dubbi. La figura femminile indossava un amuleto a forma di Iside sul cuore e un bracciale a forma di cobra reale – il simbolo della sua presunta morte. La figura maschile presentava segni di un rituale brutale: la cassa toracica aperta e riempita di resina al mercurio, come per imbrigliare una forza interiore. Tra loro, un cilindro di bronzo che pulsava allo stesso ritmo di 42 secondi registrato in superficie. Martinez, di fronte a quella visione, ha sussurrato ciò che tutti pensavano: “È lei”. Cleopatra e Marco Antonio, riuniti non nella pace, ma in una stasi energetica che dura da millenni.

Il Cerchio dei Guardiani: Una Macchina di Morte?

Se il sarcofago rappresentava il cuore del mistero, ciò che si trovava nella camera successiva ne rappresentava l’aspetto più macabro. Un corridoio conduceva a una sala circolare dove 36 teschi umani, decapitati post-mortem e ricoperti di polvere d’oro, erano esposti in nicchie, tutti con lo sguardo rivolto verso il centro della stanza. Non c’erano corpi, solo teste che “guardavano” un altare sacrificale.

Le iscrizioni sulle pareti parlavano di “custodire il passaggio” e “mantenere l’equilibrio”. I sensori hanno rilevato forti campi elettromagnetici in questa stanza, suggerendo che la disposizione non fosse rituale, ma funzionale. Una sorta di circuito organico creato per alimentare o proteggere ciò che giaceva nel sarcofago.

Kleopatra - DER SPIEGEL

La scoperta ha diviso la comunità scientifica e acceso dibattiti etici furiosi. Le ultime parole registrate da Martinez prima dell’interruzione delle comunicazioni sono state lapidarie: “Questa non è una tomba, è una macchina della morte”. La teoria che ne emerge è sconvolgente: Cleopatra, stratega geniale e ultima Faraona, potrebbe aver progettato la sua sepoltura non come un monumento passivo, ma come un’arma o un dispositivo attivo, capace di difendersi o di “funzionare” ben oltre la sua morte fisica.

Mentre il sito è stato nuovamente sigillato per motivi di sicurezza, il mondo resta col fiato sospeso. Abbiamo davvero trovato la regina perduta, o abbiamo attivato qualcosa che doveva restare dormiente? La scienza cerca risposte, ma per ora, dalle profondità di Taposiris Magna, l’unica risposta è quel battito inquietante che continua, imperterrito, ogni 42 secondi.