“Crisi! Si è dimesso”. Il ministro importantissimo lascia la poltrone nel momento peggiore

A pochi giorni dalle elezioni legislative in Argentina, arriva una notizia che agita il quadro politico: il ministro degli Esteri Gerardo Werthein ha presentato le sue dimissioni al presidente Javier Milei. La decisione, riportata da fonti governative e confermata dai media locali, rappresenta un imprevisto significativo per l’esecutivo, ponendo nuove sfide a poche ore dal voto.
Già nelle ultime settimane si parlava di un possibile rimpasto di governo dopo le elezioni, come anticipato dallo stesso Milei. Tuttavia, la scelta di Werthein di lasciare l’incarico prima del voto sembra indicare una frattura anticipata all’interno della compagine governativa, con ripercussioni non solo politiche ma anche strategiche.
Gerardo Werthein, imprenditore con un ruolo centrale nelle relazioni internazionali dell’Argentina, era un punto di riferimento per i legami con Stati Uniti e Israele. Negli ultimi mesi aveva più volte ribadito la posizione filo-occidentale e filo-israeliana del governo, in netto contrasto con le posizioni più orientate verso la Cina sostenute da altri membri dell’esecutivo.

La sua uscita sembra quindi derivare non solo da motivi personali, ma anche da divergenze strategiche sulla politica estera. Secondo quanto riferito dalla stampa di Buenos Aires, la decisione è stata presa dopo un confronto acceso con il presidente Milei, che avrebbe già individuato un sostituto temporaneo per garantire la continuità diplomatica fino al termine della campagna elettorale.
Il momento scelto per le dimissioni è particolarmente delicato: Milei punta alle elezioni legislative come test fondamentale per la sua agenda di riforme economiche radicali e per il progetto di shock liberale. La perdita di un ministro che rappresentava un volto autorevole sul piano internazionale potrebbe indebolire la percezione di stabilità che il governo stava tentando di trasmettere.
Al momento il presidente non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali, ma la situazione evidenzia una crepa in un momento in cui la diplomazia argentina deve affrontare crescenti pressioni esterne e una situazione interna complessa. Milei sarà chiamato a rassicurare sia gli elettori sia i mercati sulla capacità del suo esecutivo di mantenere il controllo nonostante questo segnale di fragilità politica a pochi giorni dal voto.
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