Durante un viaggio in macchina, il mio cane mi fissava con insistenza e abbaiava forte… poi mi sono accorto che non stava guardando me, ma qualcos’altro. Qualcosa di spaventoso. 😱😱

Durante un viaggio in macchina, il mio cane mi fissava con insistenza e abbaiava forte… poi mi sono accorto che non stava guardando me, ma qualcos’altro. Qualcosa di spaventoso. 😱😱

Durante un viaggio in auto, il mio cane mi fissava insistentemente e abbaiava forte… finché capii che non stava guardando me, ma qualcos’altro. Qualcosa di davvero inquietante. 😱😱

La mattina era iniziata tranquilla. Accesi il motore, controllai gli specchietti e rivolsi un’occhiata alla mia splendida compagna dorata seduta accanto.

Bella adorava viaggiare in macchina: di solito restava calma, osservava il paesaggio dal finestrino o poggiava la testa sulle mie ginocchia. Ubbidiente, intelligente, mai un problema.

— Allora, Bella, pronti a sbrigare un po’ di faccende? — dissi sorridendo mentre partivo.

Lei scodinzolò, ma invece di voltarsi verso il finestrino, fissò me con uno sguardo diretto e intenso.

Dopo pochi minuti quel suo modo di guardarmi divenne quasi penetrante. Con la testa leggermente inclinata, mi osservava come se volesse comunicarmi qualcosa.

— Ehi, che c’è? — scherzai. — Ho dimenticato la freccia?

In risposta abbaiò. Non un semplice “bau” di avvertimento, ma un abbaio forte, insistente, quasi fosse un rimprovero.

— Tranquilla, Bella — provai a calmarla senza distogliere lo sguardo dalla strada. — Perché fai così?

Ma non si fermava. L’abbaiare diventava sempre più frequente e deciso, al punto da mettermi a disagio. In macchina era sempre silenziosa… e ora sembrava agitata, nervosa.

— Hai fame? O sei stanca? — tentai di indovinare. Niente. Si sporse leggermente in avanti e continuò a fissarmi. Nei suoi occhi c’era qualcosa che mi metteva i brividi.

— Mi stai facendo paura… — mormorai, accarezzandole la testa con una mano.

Fu allora che compresi. Non stava guardando proprio me, ma qualcos’altro. Ogni tanto abbassava lo sguardo verso la zona dei pedali.

— C’è qualcosa lì? — chiesi istintivamente, buttando un’occhiata. Dal mio posto non si vedeva bene.

Bella abbaiò ancora più forte, poi rivolse lo sguardo alla strada, come per dirmi che dovevo fermarmi subito.

— Va bene, va bene… — borbottai, accostando lentamente. Fermai l’auto, scesi e aprii il cofano: a prima vista tutto sembrava a posto.

Ma chinandomi sotto il telaio lo vidi. Dal lato della ruota anteriore colava lentamente un liquido torbido. — Liquido dei freni… — sussurrai.

Sfiorai una goccia con le dita: l’odore confermò i miei sospetti. Uno dei tubi dei freni era danneggiato e la pressione si stava perdendo.

Un brivido mi attraversò: se avessi continuato a guidare, soprattutto in autostrada, i freni avrebbero potuto cedere del tutto.

Alzai lo sguardo verso Bella. Era ancora sul sedile, leggermente sporgente verso di me, calma ma vigile, con gli occhi fissi su di me.

— Sei stata il mio angelo custode oggi, piccola — le dissi, accarezzandole il muso. Solo allora capii che il suo abbaiare ostinato non era un capriccio: mi aveva salvato la vita.