Raoul Bova è pronto a far partire le denunce: ecco a chi e cosa sta succedendo

Raoul Bova  pronto a far partire le denunce ecco a chi e cosa sta succedendoL’episodio di Falsissimo con protagonista Raoul Bova ha travolto il web come un’onda anomala. In pochi giorni ha superato il milione di visualizzazioni, trasformandosi da semplice contenuto social a vero e proprio caso mediatico. Tutto è partito dai presunti audio e messaggi vocali che l’attore avrebbe inviato alla modella Martina Ceretti. File che, dopo la pubblicazione da parte di Fabrizio Corona, sono diventati virali, finendo nelle mani (e nei post) di influencer, comici, content creator e utenti comuni.

Il fenomeno ha toccato anche realtà ufficiali e insospettabili: Ryanair ha rilanciato sui social la famosa frase degli “occhi spaccanti”, mentre il Napoli ha diffuso un video di Kevin De Bruyne con in sottofondo il presunto audio incriminato. Il tutto a scopo ironico o promozionale.

Ma a Raoul Bova questa viralità non è affatto piaciuta. Secondo La Repubblica, l’attore sarebbe pronto a trascinare in tribunale la compagnia aerea e il club calcistico, ritenendoli responsabili di aver strumentalizzato a fini commerciali dei messaggi vocali privati, ora oggetto di un’indagine per tentata estorsione avviata dalla procura di Roma. A quanto pare, per Bova si tratterebbe di una violazione gravissima della privacy e di un illecito civile.

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A prendere la parola è stato anche il suo legale, l’avvocato David Leggi, che ha lanciato un appello chiaro: “Le azioni compiute, su cui gli inquirenti stanno indagando, hanno attivato il web in maniera illecita e inaccettabile, dove si continua a diffondere in maniera incontrollata materiale la cui natura va ancora accertata”. E ancora: “Si è attivata una macchina infernale che non guarda in faccia a nessuno, né alle persone né ai loro figli, che non hanno tutti gli strumenti per discernere la cronaca dalla cattiveria o dal voyeurismo di bassa lega”.

Il caso, insomma, si allarga. Da semplice episodio social si è trasformato in una questione legale e morale, che mette sotto i riflettori le responsabilità di chi, online, diffonde e trasforma contenuti privati in meme o parodie virali. E anche il web, ora, è chiamato a fare un passo indietro.

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